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Tema: la vacca
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La vacca era vista innanzitutto come risorsa economica primaria. Nel paese il latte era alla base dell’alimentazione. Raccogliendo quello in esubero, diverse latterie producevano rinomati furmagitt, che andavano a ruba nelle gastronomie della città.
In senso spregiativo, invece, indicava la femmina sessualmente disponibile.
Ma era anche l’animale totemico, che rappresentava la fertilità femminile.
1889, Giovanni Segantini - Le due madri
Chi vosa pusée, la vaca l’è soa
Chi grida di più, si aggiudica la vacca
Il detto fa riferimento alle contrattazioni del mercato del bestiame e sta a significare che a vincere è il più prepotente. Sottintende amaramente che in una discussione in cui si difendono interessi contrapposti non vale la pena di essere troppo garbati.
Sempre in clima di fiera, questa è la canzoncina che celebrava la vacca migliore.
Carolina fa il latte
e io ti do il formaggio
La vacca più bella
ne ha fatto un secchio...
Le mucche di famiglia avevano un loro carattere, ciascuno il suo. Natalina, da bambina, ne aveva una bizzosa. Se le prendeva la voglia, si allontanava dal suo pascolo e invadeva quelli proibiti dei vicini. Faceva la gradassa, bisognava spesso litigarci.
Di mucche così si diceva:
È una vacca che si comporta come un toro
E, traslato, valeva per donne di aspetto e carattere mascolino.
Mangia, mucca!
Si apostrofa in questo modo, con una certa malevolenza, chi sta approfittando di un’occasione immeritata.
La risposta canonica:
Pacia vaca, pacia bò,
paci naot dul tò
Mangia mucca, mangia bue:
non mangio niente del tuo.
Hai preso la mucca per la mammella
Significa: hai trovato un occasione d'oro. Attaccato alla mammella, puoi mungere. Otterrai subito il tuo vantaggio.
L'ha purtàa a cà la vaca cul vedel
Ha portato a casa la vacca col vitello
L’espressione è riferita a un uomo che sposa una vedova con prole. Si avverte il retroterra patriarcale: moglie e figli come proprietà.
Sei una vacca vecchia
È una constatazione piuttosto offensiva, un insulto. Significa più o meno: sei una donna disponibile, ma senza più attrattiva.
Sant'Antonio benedice gli animali, particolare - Chiesa parrocchiale
E infine, allargando al tema più generale dei bovini e delle loro produzioni, ecco la spiegazione del toponimo Buaca, che designa la zona di Via Cunardo nei pressi della cappellina della Madonna. I carri a traino animale, diretti a Bedero lungo quella strada, giungevano in quel tratto pianeggiante dopo una faticosa salita. Il rilassamento conseguente favoriva una abbondante defecazione, perciò la strada era di norma imbrattata. L‘escremento bovino è, in dialetto, ‘na buascia. Da qui, Buaca.
Le fonti di questi detti sono Dario, Gianna Elvira, Laura: ciascuno ha registrato i suoi contributi, Dario invece ha registrato la voce di Gian Andrea. La spiegazione del toponimo è da ascrivere a Donato ed è riportata da Gianna Elvira
17 gennaio 2025, Laura V.
Sant'Antonio il protettore degli animali, sant'Antonio il preferito dei bambini. Ecco un'antica filastrocca dialettale, una sorpresa tenuta in serbo per la festa di quest'anno. La recita Natalina, classe 1927, che ci ha lasciati quest'autunno.
Sant'Antoni bumbardell
ch'el sunava ur campanell
ur campanell el sona pü
sant’Antoni el s’ha scundü
el s’ha scundü dedrée ‘na porta
l’ha truà ‘na cavra morta
cavra morta l’ha fai 'qui qui'
sant’Antoni el s’ha stremì
10 gennaio 2025, Natalina M.